Ferenc Liszt, Das Veilchen [Muttergottes Sträusslein zum Mai-Monate, n°1, 1857]
testo di Joseph Müller
La violetta [Mazzolino mariano nel mese di maggio]

Das Veilchen

Spende, Veilchen, deine Düfte
zu Marias Preis und Ruhm,
statt des Weihrauchs, statt der Myrrhen
bring'ich dich in's Heiligthum.

Eiller Prunk und bunt Geschmeide
sind nicht deiner Schönheit Zier,
in dem einfach blauen Kleide
prangst du edler als Saphir.

Stille blühst du und bescheiden
deiner Tugend und bewusst,
einsam willst du gerne wohnen
aller Menschen Freud und Lust.

So auch blüthest du, Maria,
einsten als des Herren Braut,
Gott hat aller Welten Segen,
alle Himmel dir vertraut.

Keusche Jungfrau, Himmelspforte,
lass mich wie das Veilchen sein,
ohne Stolz und ohne Hoffart
stets bescheiden, keusch und rein.

Lass mich wie die blauen Blümchen
immer sanft sein, fromm und gut,
dir, Maria, stets zu Ehren
leben unter deiner Hut.

La violetta

Spandi, violetta, il tuo profumo
a onore e gloria di Maria,
invece dell'incenso, invece della mirra
porterò te nel santuario.

Fastoso lusso e monili variopinti
non sono ornamenti per la tua bellezza,
nel tuo semplice abito celeste
brilli più nobile dello zaffìro.

Fiorisci silente e in disparte,
consapevole della tua virtù
sola ti piace stare,
di tutti gli uomini gioia e diletto.

Così fiorisci anche tu, Maria,
proprio come la sposa del Signore,
Dio ti ha concesso le benedizioni
di tutti i mondi, tutti i cieli.

Casta vergine, porta dei cieli,
fa' ch'io sia come la violetta,
senza superbia, senza alterigia,
sempre modesto, casto e puro.

Fammi come i fiorellini celesti
sempre mite, pio e buono,
per onorarti sempre, Maria,
tienimi sotto la tua protezione.