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Bergamo, febbraio 2014

Il secondo appuntamento degli Incontri Europei con la Musica, sabato 15 febbraio alle ore 16 in Sala Piatti (ingresso libero fino a esaurimento dei posti) vedrà protagonista un talento della tastiera proveniente dall’estremo oriente alle prese con un programma di alto contenuto virtuosistico.

Il pianista cinese Jia Le Wang darà vita ai “mondi del pianoforte”, unendo la grande tradizione occidentale a un pizzico di contemporaneità, concluso con un omaggio alla terra natale.

Liszt aveva teorizzato l’autosufficienza del pianoforte romantico, capace di competere in pienezza e varietà di suono con un’intera orchestra: di fatto le sue trascrizioni, come anche la versione di Ferruccio Busoni della Ciaccona di Bach che aprirà il pomeriggio, sono reinterpretazioni, se non vere e proprie ri-creazioni con un altro mezzo sonoro, degli originali.

Come è noto, la ciaccona è divenuta molto presto (in origine era una danza, e nemmeno troppo rispettabile) una serie di variazioni, non di una melodia, ma di un basso (cioè di un ‘giro armonico’, una prassi alla base oggi come ieri dell’improvvisazione): anche le Variazioni in do minore di Beethoven che seguiranno sono riconducibili a questa tecnica, favorita nell’epoca barocca, ma desueta per classici e romantici fino al clamoroso recupero brahmsiano nella Quarta Sinfonia.

Una tesi interpretativa paradossale, ma non così assurda, vedrebbe in Liszt, più che il genio creatore, l’insuperabile confezionatore di scenografiche occasioni musicali anche nei propri lavori originali: definirli ‘parafrasi’ non di musica altrui quanto di idee poetico-filosofiche o suggestioni ambientali ne coglierebbe meglio l’intima sostanza. Avremo qui la possibilità di ascoltare ‘armonie poetiche e religiose’, titolo preso da una raccolta poetica di Alphonse de Lamartine, di cui Funérailles è il settimo ‘poema’, grandioso e altisonante monumento funebre a tre amici morti nei falliti moti ungheresi del ’48.

Après une lecture de Dante è definita fantasia quasi sonata, in si minore come poi la successiva e unica sonata lisztiana, dove però Dante è evocato col tramite di una lirica di Victor Hugo, naturalmente limitandolo alla visione di mondi infernali che culminano nel turbine perenne che agita Paolo e Francesca (la nota incisione di Gustave Doré illustra perfettamente la pagina lisztiana).

Il versante contemporaneo sarà rappresentato da Auf der suche nach … (Alla ricerca di …) del viennese Rainer Bischof, brano di spiccata impronta virtuosistica dedicato al noto pianista Rudolf Buchbinder; al termine, l’elaborazione pianistica di un brano tradizionale cinese dal poetico titolo Brezza primaverile.

Jia Le Wang, nato a Lanzhou, nella provincia di Gansu, ha lì iniziato gli studi musicali con il prof. Ziliang Wang, sotto la cui guida ha studiato pianoforte fino agli anni in cui ha vinto una borsa di studio per la Manhattan School di New York, dove si è perfezionato con il prof. S. Mikowsky. Dopo la laurea in pianoforte all’Università di Pechino, si trasferisce a Mosca al Conservatorio di Stato, dove ottiene il dottorato concertistico sotto la guida del prof. A. Sevidov. Attualmente è titolare di cattedra e direttore del dipartimento di pianoforte alla Northwest Nationalities University di Pechino. Accanto alla didattica, Jia Le Wang svolge un’intensa attività concertistica, sia come solista che in formazione di trio, con grande successo di pubblico e critica specializzata.

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Jia Le Wang