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Bergamo, febbraio 2013

Un récital per flauto solo è la “scommessa” del terzo appuntamento degli Incontri Europei con la Musica, sabato 23 febbraio alle ore 16 in Sala Piatti (ingresso libero fino a esaurimento dei posti). Per la stagione dell’Associazione Musica Aperta, realizzata col sostegno della Fondazione MIA e del Credito Bergamasco e il patrocinio di Comune, Provincia, Regione, Mario Carbotta proporrà un variegato percorso dal Barocco al ‘900, con caposaldi della letteratura dello strumento e preziose curiosità.

Sono molto numerose le musiche destinate al flauto solo, mentre un récital solistico senza accompagnamento risulta ancor oggi inconsueto nella prassi concertistica. Questa apparente contraddizione si spiega con la destinazione della maggior parte di tale repertorio, che risulta ‘musica da camera’ nell’accezione più letterale del termine, ovvero musica da eseguirsi in ambienti raccolti e non pubblici da sensibili dilettanti o ‘professori’ (cioè professionisti, ma anche dispensatori del proprio sapere) per una cerchia ristretta di colti amatori. Siamo nel XVIII secolo, quando anche una testa coronata come Federico II alterna disinvoltamente la guida dei propri eserciti in battaglia con la pratica compositiva ed esecutiva del “traversiere”.

Appartengono a quell’epoca e a quelle consuetudini il Solo in la minore di Bach, nei suoi quattro movimenti di danza, e la Fantasia in la minore di Telemann, costruita come una sonata ‘da chiesa’, nutrita dall’esempio dello stile italiano del concerto.

Amante della musica italiana era anche il filosofo, ma anche compositore e flautista dilettante, Jean-Jacques Rousseau, che non teme di trascrivere per flauto solo la Primavera di Vivaldi!

Il versante novecentesco è rappresentato invece da Debussy, che proprio cent’anni fa rinnovava il repertorio per flauto solo con Syrinx, da Marcel Stern, violinista e compositore parigino di origine ebraica, con due suggestivi brani, Bucolique e Iberica, e l’inglese Gordon Jacob, specialista della musica per gruppi di fiati, con un dittico per flauto e ottavino ispirato alla fiaba del pifferaio di Hamelin.

Infine (non nell’ordine di esecuzione, ma in quello cronologico) la Sequenza di Luciano Berio, dedicata a Severino Gazzelloni e capostipite di più di mezzo secolo (il brano è del 1958, ormai un classico …) di ricerca timbrica e virtuosistica sullo strumento.

Mario Carbotta ha studiato al Conservatorio di Piacenza (diploma con il massimo dei voti) e ai corsi di alto perfezionamento di Fiesole, ottenendo premi in numerosi concorsi nazionali. Apprezzato dal pubblico e dalla critica internazionale, ha tenuto concerti in tutta Italia, gran parte d’Europa, Medio oriente, Nord Africa, Corea, Cina, Giappone, Brasile, Messico, Canada e USA, dove si è prodotto in alcune delle più prestigiose sale da concerto e in importanti festivals internazionali. Ha interpretato gran parte del repertorio solistico del suo strumento accompagnato da oltre sessanta orchestre sinfoniche e da camera con prestigiosi direttori (tra cui Philippe Bernold, Enrico Dindo, Diego Fasolis, Jan Talich, Jonathan Webb). Come solista e concertatore ha collaborato con la Civica Orchestra di Fiati di Milano e l’Orchestra di Sanremo; nel campo della musica da camera ha suonato con alcuni dei migliori strumentisti italiani, con la SP Camerata in Brasile e con il Quartetto di Cremona. Ha pubblicato brani di G.A. Fioroni, P. Nardini, P. Lichtenthal, S. Mercadante e A. Rolla per Suvini Zerboni, Carisch, Rugginenti e Bèrben. Nella sua discografia (16 titoli per Dynamic, Tactus, Nuova Era) si segnalano i concerti per flauto e orchestra di Viotti, i Masonic Songs di Fürstenau, i duetti di Rolla per flauto e violino con Luigi Alberto Bianchi, e l’integrale della musica da camera per flauto di Nino Rota. Ha tenuto corsi e masterclasses negli USA, all’Accademia internazionale della musica di Milano, al Conservatorio di Parma, a Novy Sacz e Katowice in Polonia e al Conservatorio di Tatui in Brasile.

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Mario Carbotta