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Bergamo, marzo 2012

Ancora una prevalente connotazione romantica per il settimo appuntamento della trentunesima stagione degli Incontri Europei con la Musica, “rigore e fantasia nella musica da camera”, sabato 24 marzo alle ore 16 in Sala Piatti, con in primo piano due strumenti espressivi e “cantanti”: clarinetto e viola condividono estensione e alcune caratteristiche di “colore” strumentale; la loro compresenza in una compagine cameristica con pianoforte ha dato luogo a un repertorio limitato (oltre ai brani in programma si potrebbe citare il Trio op. 246 di Carl Reinecke), quanto di notevole suggestione timbrica e qualità musicale.

Fu proprio il mozartiano Trio K. 498, che si ascolterà come secondo brano del pomeriggio, a dar vita a questa formazione: completato il 5 agosto 1786, fu eseguito presso la famiglia Jacquin da Anton Stadler al clarinetto, l’autore alla viola e Franziska Jacquin (1769-1850), dedicataria della composizione e allieva di Mozart, al pianoforte; il numero dei movimenti (tre) è quello delle composizioni cameristiche più classicamente impostate, ma lo spirito è un po’ quello di un far musica domestico dai tratti amabili e non troppo seriosi, dove la piacevolezza melodica smussa tutti i contrasti.

I Racconti fiabeschi op. 132, posti a chiusura del concerto, sono una delle ultime composizioni uscite dalla penna di Schumann prima del tentato suicidio del 1854 e conseguono uno straordinario punto d’incontro tra suggestioni letterarie (qui lasciate totalmente alla fantasia di esecutori e ascoltatori) ed equilibrio formale (ottenuto anche grazie a sottili rapporti tematici tra i movimenti), tra levità e profondità romantica del sentire.

In apertura, una preziosa rarità, costituita da quattro degli Otto pezzi op. 83 di Max Bruch. Le pagine che il compositore tedesco, in pieno Novecento, dedicò al clarinetto furono stimolate dall’attività concertistica del figlio Max Felix, le cui qualità di esecutore furono paragonate a quelle di Richard Mühlfeld, lo strumentista a cui Brahms aveva dedicato i suoi estremi lavori cameristici. La composizione di maggior respiro fu il Concerto in mi minore op. 88 per viola, clarinetto e orchestra, destinato a restare un vero unicum nel repertorio dei concerti doppi. Gli stessi strumenti, insieme al pianoforte, sono protagonisti degli Otto pezzi op. 83; naturalmente Bruch aveva ben presenti gli esempi mozartiani e schumanniani e, consapevolmente, si pose al termine di uno sviluppo più che secolare, con le possibilità offerte dai cromatismi e dell’espressività delle armonie tardoromantiche.

Angelo Teora, diplomato con il massimo dei voti al Conservatorio di Milano, ha ottenuto il diploma di merito e d’onore presso l’Accademia Chigiana di Siena e si è perfezionato ad Assisi con Karl Leister. Dal 1980 è primo clarinetto dell’Orchestra dei Pomeriggi musicali di Milano. Ha registrato per la Radio Svizzera, per Radio France e per la RAI: per quest’ultima ha eseguito un programma di musiche di compositori italiani per clarinetto solo a lui dedicate. Ha collaborato con l’Orchestra Filarmonica della Scala e con le orchestre dei teatri di Genova, Cagliari e Trieste. Come solista si è esibito con i maestri Gatti, Pradella, Viotti, Severini e Callegari. Da alcuni anni si dedica alla direzione d’orchestra. Insegna clarinetto presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Gaetano Donizetti” di Bergamo e tiene corsi di perfezionamento in diverse località italiane.

Gian Paolo Guatteri ha studiato con Alfonso Ghedin e Tito Riccardi ai Conservatori di Parma e Milano, dove si è diplomato a pieni voti, perfezionandosi poi con Gerard Ruymen alla Musikhochschule Köln. Da allora ha iniziato una carriera che lo ha portato a esibirsi regolarmente per importanti istituzioni musicali in Italia e all’estero (Comunale di Firenze, Orchestra di Bologna, Teatro Alla Scala, Carlo Felice di Genova, Filarmonica Toscanini di Parma, Salzburger Sinfonietta, Pforzheim Kammerorchester, European Community Chamber Orchestra, Orchestra della Svizzera Italiana). Ha collaborato con importanti direttori, tra cui Muti, Chailly, Maazel, Sanderling, Bruggen, Jurowsky, e in molte formazioni cameristiche suonando con celebri strumentisti tra cui Sitkovetsky, Ughi, Brunello, Dindo, Zoboli. Ha partecipato a due edizioni consecutive del Tokyo Stradivarius Summit suonando la viola “Mahler” 1672 del celebre liutaio cremonese, insieme a Blacher, Pereny, Berger, Gitlis. Insegna viola al Conservatorio di Milano e collabora a corsi di perfezionamento a Lugano (Svizzera), Parma (Italia) e Montpellier (Francia).

Sergio Vecerina ha studiato al Conservatorio di Milano con Antonio Ballista, diplomandosi con Isabella De Carli; ha proseguito gli studi pianistici con Riccardo Zadra e Massimiliano Damerini. Nel 1999 si è diplomato in composizione con Irlando Danieli e nel 2001 in direzione d’orchestra con V. Parisi, sempre al Conservatorio di Milano. Ha partecipato a numerose masterclass di direzione d’orchestra con eminenti musicisti tra cui Gelmetti (Accademia Chigiana), Ceccato, De Bernart, Gallini. Intensa è stata l’attività pianistica, che lo ha visto impegnato sia come solista che in formazioni da camera con eminenti esponenti del panorama musicale italiano, ottenendo riconoscimenti in concorsi e dalla critica. Come direttore si è esibito con molte orchestre, tra cui I Pomeriggi Musicali, l’Orchestra Cantelli, Nuova Cameristica di Milano, l’Orchestra della Lombardia e la Filarmonica del Conservatorio di Milano, l’Orchestra Filarmonica della Sardegna, l’Orchestra Filarmonica di Lviv, la Kyoto Philarmonic Chamber Orchestra, l’Orchestra di Sofia e la Filarmonica di Stato della Karelia. È Direttore artistico della Scuola di Musica di Meda. Ha suonato recentemente in duo in tournée con la spalla dei Solisti veneti Glauco Bertagnin e suona stabilmente in duo con Gian Paolo Guatteri e in trio con Angelo Teora.

L’ingresso alla Sala Piatti, come per tutti gli eventi della stagione, organizzata dall’Associazione Musica Aperta col sostegno di Fondazione MIA e Credito Bergamasco e il patrocinio di Comune, Provincia e Regione, è libero fino a esaurimento dei posti.

immagine:
Sergio Vecerina e Angelo Teora