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Bergamo, marzo 2011

Per la conclusione del proprio trentennale gli Incontri Europei con la Musica dell’Associazione Musica Aperta hanno puntato sulla formazione principe della musica da camera, il quartetto d’archi. Sabato 26 marzo alle ore 16 in Sala Piatti, proveniente dalla Repubblica ceca, il Quartetto Apollon eseguirà un programma interamente dedicato a compositori della propria nazione: Richter, Dvorák e Janácek.

Frantisek Xaver Richter appartiene al primo gruppo di musicisti che, operando nell’orchestra del Principe elettore del Palatinato a Mannheim, posero le basi di quello che sarà poi lo stile classico. Tipico compositore di transizione, contribuì ad accrescere il patrimonio di esperienze musicali al quale attinsero le più giovani generazioni. Di lui sarà proposto il Quartetto in do maggiore op. 5 del 1757.

Uno dei più noti capolavori cameristici di Antonín Dvorák è senz’altro il Quartetto in fa maggiore op. 96, scritto negli Stati Uniti nel 1893. Questo brano è “americano” esattamente come la Sinfonia “dal Nuovo mondo”: scritto nella cittadina di Spillville, abitata da emigrati cechi, innesta gustose inflessioni “dialettali” sul solido tronco del linguaggio nativo, senza peraltro modificarne sostanzialmente i connotati. Piuttosto è da rilevare come il compositore non ponga l’accento in particolare sull’elaborazione tematica che, per nulla trascurata, resta tuttavia in secondo piano rispetto alla ricerca di un colore e di un’atmosfera per ciascuna idea, già di per sé accattivante e memorabile.

Scritto nell’ultimo anno di vita, il Quartetto n°2 “Lettere intime” di Leos Janácek è il risultato di una travolgente esperienza di vita: l’improvvisa passione del musicista, oramai settantaquattrenne, per una giovane donna, alla quale l’opera è infatti destinata col proposito dichiarato di rievocare attraverso il discorso musicale le esaltanti e tormentose fasi della loro relazione sentimentale. Il Quartetto è tuttavia qualcosa di più e di diverso d’un messaggio e di una confessione amorosa. Se per questa via possiamo effettivamente cogliere l’empito lirico, la malinconia, le giovanili effusioni del pezzo, il Quartetto va innanzitutto inteso come un’opera estranea a ogni intento descrittivo, didascalico, come una manifestazione completa e altissima del mondo artistico e spirituale del compositore ceco.

Il repertorio del Quartetto Apollon comprende compositori classici come Mozart, Beethoven, Dvorák e Janácek, ma anche nomi inusuali per la musica da camera, come Gillespie, Coltrane e Corea. Questo è uno dei punti di forza del Quartetto, che attrae pubblico e positive critiche in ogni sua esecuzione. L’incisione di numerosi CD nei quali si possono riconoscere diversi stili musicali, la partecipazione a diversi prestigiosi festival tra cui il Festival Bruckner di Karlsruhe, il Festival di musica da camera di Bolzano, nonché le tournées in diverse nazioni (Giappone, Spagna, Germania, Belgio, Inghilterra), hanno fatto sì che il Quartetto Apollon sia conosciuto universalmente. Dal 1995 il Quartetto Apollon ha realizzato cinque CD di musica classica e due di jazz: “Apollon in jazz” e “Una notte in Tunisia”. Il Quartetto Apollon ha vinto il Concorso internazione Beethoven per la miglior interpretazione beethoveniana; è stato finalista del Concorso internazionale di Düsseldorf e ha partecipato a masterclass con i Quartetti Fine Arts e Alban Berg. La Televisione della Repubblica ceca ha trasmesso documentari e concerti del Quartetto Apollon, che dal 1997 ha preso parte a numerosi progetti della Radio ceca e dell’Orchestra sinfonica di Radio Praga.

L’ingresso alla manifestazione, che si svolge sotto l’egida di Fondazione MIA e Credito Bergamasco e col patrocinio di Comune, Provincia, Regione e della SIMC, è – come di consueto – libero fino all’esaurimento dei posti.

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Quartetto Apollon