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Bergamo, marzo 2011
Il penultimo appuntamento della stagione degli Incontri Europei con la Musica sottolinea una duplice ricorrenza: i trent’anni della manifestazione dell’Associazione Musica Aperta (col sostegno della Fondazione MIA e del Credito Bergamasco e il patrocinio di Comune, Provincia, Regione e della SIMC) coincidono anche col venticinquennale di attività del duo pianistico Tiziana Moneta – Gabriele Rota, due interpreti bergamaschi che hanno iniziato la carriera internazionale proprio nell’ambito dello stesso ciclo concertistico in Sala Piatti.
Nella stessa sala ritornano sabato 19 marzo alle ore 16 con un programma che accosta la tenera spontaneità delle Leggende di Dvorák alle suggestioni delle Fontane e dei Pini di Roma di Respighi.
Come nel Barocco (si pensi alle Stagioni vivaldiane e ai sonetti che le accompagnano), molte opere composte dall’Ottocento in poi sono introdotte da un titolo evocativo o da un supplemento testuale che guida alla piena comprensione della trama ascoltata. Così alla sinfonia si affianca il poema sinfonico – doppio sonoro di un testo, un’idea o un’immagine – e forme più conformi al nuovo stile narrativo vengono preferite alla tradizionale sonata per strumento solista. Le Leggende per pianoforte a quattro mani op. 59 sono dieci invenzioni poetiche che danno voce all’interiorità, ai segreti e all’immaginazione dell’autore, qui ispirato anche dal fermento dello spirito nazionale boemo.
Se l’op. 59 di Dvorák inquadra la leggenda in una dimensione intima, Ottorino Respighi, nei suoi poemi “romani”, dipinge con tinte personali le atmosfere e i paesaggi della Città eterna. Si scorgono le sensuali visioni dannunziane pennellate nel romanzo Il Piacere: “La primavera romana fioriva con inaudita letizia: le fontane papali si levavano in un cielo più diafano d’una gemma …”. Le Fontane di Roma prendono forma nel 1916, con l’intento di cantare l’acqua che zampilla dai marmi (“la voce stessa della città” dirà la moglie del compositore) e vengono trascritte per pianoforte a quattro mani due anni dopo.
Insieme alle Fontane e alle Feste romane, i Pini di Roma (terminati nel 1924 anche nella versione per pianoforte a quattro mani) completano la cosiddetta Trilogia romana di Respighi. L’opera descrive scene che si svolgono presso quattro pinete della capitale. Nelle trascrizioni delle Fontane e dei Pini, l’autore sfrutta appieno tutte le risorse del pianoforte, trattando lo strumento autonomamente e in modo “sinfonico” per ottenere timbri ed effetti espressivi caratteristici.
Tiziana Moneta e Gabriele Rota si sono formati alle scuole di Carlo Pestalozza, Jörg Demus, Ilonka Deckers e Aldo Ciccolini per il pianoforte e a quella di Vittorio Fellegara per la composizione: posseggono un repertorio che, spaziando dai classici alla musica del nostro tempo, comprende opere originali e versioni d’autore di capolavori cameristici e sinfonici, contribuendo in modo determinante a destare l’attenzione per una produzione di interesse non comune. I due pianisti hanno eseguito nei più importanti festival in Italia e all’estero novità assolute di musica contemporanea; sono ospiti delle più prestigiose sedi concertistiche (anche con orchestre e formazioni corali), spesso in trasmissione diretta per emittenti radiotelevisive, e tengono conferenze e masterclass. Fra le numerose incisioni discografiche sono da ricordare la prima registrazione mondiale di lavori di Respighi e Brahms, il Concerto in la bemolle maggiore per due pianoforti e orchestra di Mendelssohn e musiche di Schubert, Schumann, Stravinsky e dei più importanti musicisti italiani d’oggi; per La Bottega Discantica hanno da poco terminato l’integrale per duo pianistico di Debussy, Ravel e Dvorák
L’ingresso alla Sala Piatti è, come di consueto, libero fino all’esaurimento dei posti. Il concerto sarà preceduto, nella mattinata, da una prova generale-lezione per le scuole medie.
immagine:
Tiziana Moneta - Gabriele Rota