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Bergamo, marzo 2010

Sarà integralmente pianistico il quarto appuntamento della XXIX edizione degli Incontri Europei con la Musica, la stagione dell’Associazione Musica Aperta col sostegno della Fondazione MIA, del Credito Bergamasco e di Comune, Provincia e Regione: sabato 13 marzo in Sala Piatti (ingresso libero fino a esaurimento dei posti) Marco Ciccone proporrà, nel segno di “ricerca e tradizione”, un itinerario da Brahms ai giorni nostri con una prima esecuzione e pagine significative apparse tra le due guerre mondiali.

Del grande compositore amburghese si ascolteranno il Capriccio op. 76 n° 5, gli Intermezzi op. 117 e la Ballata op. 118, brani che, lasciandosi alle spalle le grandi architetture delle sonate e delle variazioni, ripiegano verso una dimensione più raccolta e riflessiva, già sperimentata dallo Schumann più visionario, ma qui intrisa di inquietudini e malinconie tipiche del crepuscolo di un’epoca piuttosto che di un destino individuale.

Meno note, le tre Sonate pianistiche di Paul Hindemith furono scritte nel 1936: la seconda di esse colpisce per la semplicità e l’essenzialità della forma, trattata con una laboriosa artigianalità che rifugge sia dagli struggimenti romantici che dai furori espressionisti.

In quegli anni, Béla Bartók stava completando un ciclo di brani ormai divenuto parte essenziale della didattica pianistica, ma il cui valore, come per le analoghe composizioni di Bach e Schumann, fa aggio sulla mera capacità di educare i giovani interpreti. Dall’ultimo volume del Mikrokosmos saranno eseguiti, oltre alle Sei danze in ritmo bulgaro, altri sei brani, che certo richiedono interpreti già tecnicamente agguerriti.

Completa la terna di autori del Novecento storico Le baisier de l’enfant-Jésus (dai Vingt regards) di Olivier Messiaen, in cui la lussureggiante inventiva armonica dell’autore è posta al servizio di una contemplazione mistico-sensuale.

Figurano nel programma anche due recenti lavori: il primo, di Paolo Rosato, in prima esecuzione assoluta, dichiara fin dal titolo (Sonata 53 to Ferdinand von Waldstein again op.99) la volontà di rielaborare, senza alcun intento parodistico, alcuni spunti beethoveniani in un diverso contesto linguistico, così come i Tre studi di Pieralberto Cattaneo riprendono alcuni aspetti della manualità dello “studio” romantico, coniugandoli con una sensibilità armonica che reinventa liberamente alcuni parametri del mondo tonale.

Marco Ciccone ha iniziato lo studio della musica a cinque anni. Nel 1982 si è diplomato in Pianoforte con il massimo dei voti e la lode sotto la guida di Gloria Lanni e nel 1984 in Direzione d’orchestra con Daniele Paris. Ha inoltre studiato Organo con Giuseppe Agostini, Musica da camera con Luciano Cerroni e Composizione con Giampaolo Chiti e Roman Vlad, diplomandosi nel 1985 con Teresa Procaccini. Recentemente ha conseguito anche il diploma accademico in Discipline musicali. Si è perfezionato con Gloria Lanni e Massimiliano Damerini. Nel 1976 è stato terzo al Concorso e di esecuzione pianistica di Pescara; nel 1987 ha vinto il concorso “Bela Bartók” per la musica del XX secolo; nel 1988 è risultato tra i vincitori della selezione “Giovani concertisti” degli Amici di Castel Sant’Angelo. Ha eseguito il Concerto K. 449 di Mozart, il Concerto per pianoforte e fiati di Stravinsky, la Sonata per due pianoforti e percussioni di Bartók, molte composizioni di autori contemporanei, di cui alcune in prima esecuzione per la RAI. Nel 2000 ha collaborato alla registrazione del CD “Putraddipé” della Regione Abruzzo, dedicato ai compositori abruzzesi. La sua poliedrica musicalità lo ha portato a realizzare arrangiamenti e trascrizioni tra cui l’orchestrazione della Sonata op.19 per sassofono e pianoforte di Paul Creston da lui diretta in Turchia e in U.S.A. È stato docente presso l’Arts Academy di Roma e l’Accademia Musicale Pescarese. Dal 1984 è docente di Lettura della partitura nei conservatori.

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Marco Ciccone