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Bergamo, marzo 2005

Un concerto integralmente dedicato al Donizetti non operista concluderà la serie degli appuntamenti in Sala Piatti della XXIV edizione degli Incontri Europei con la Musica (il concerto straordinario dei Virtuosi di Praga in aprile sarà infatti "fuori sede"): sabato 19 marzo alle ore 16 si potranno ascoltare ben quattro Quartetti per archi, tra i quali figurerà l’assoluta primizia del Quartetto in do maggiore.

Gaetano Donizetti ci ha lasciato testimonianza manoscritta di ventuno Quartetti per archi. Diciotto editi nel nostro secolo; due incompleti e mai pubblicati, conservati nelle biblioteche di Bergamo e Parigi. Un altro, anch’esso incompleto, è parte di un archivio privato. Alcuni indizi inducono inoltre a sospettare che esistano ulteriori fonti che permetteranno d’allungare l’elenco. L’autografo dell’inedito riproposto all’ascolto (privo dell'ultimo movimento) si trova a Parigi ed è databile all’anno 1819. Il primo movimento è basato su materiale tematico omogeneo, con una condotta contrappuntistica interessante e abbastanza serrata; il secondo è nella tipologia formale del tema con variazioni, come il Quartetto dodicesimo. Interessante il terzo movimento, che si pone formalmente nella rigida scansione Minuetto-Trio, ma che richiede una vivace esecuzione da Scherzo.

Le altre partiture sono quelle del Terzo quartetto in do minore, scritto nel 1818 prima della partenza per Venezia, dove il giovane compositore esordirà sulla scena operistica con l’Enrico di Borgogna, dell’Ottavo quartetto in si bemolle maggiore, dedicato all’amico fraterno Marco Bonesi, amabilissima parodia dei tratti bizzarri del quartettismo haydniano, e del Diciassettesimo in re maggiore.

Quest’ultimo deve la sua origine alla chiusura dei teatri napoletani avvenuta nel 1825 per la morte di re Ferdinando I. È tra i più interessanti e intensi dell’intera produzione. Qui, al di là della matrice formale viennese, si respira un’aria decisamente più italiana: in particolare si sente in maniera marcata l’influenza delle ouvertures teatrali, sia per la maniera di disporre le parti, sia per la scelta dei temi. L’Allegro iniziale, dal decorso solido e ben costruito, possiede inoltre una sorprendente caratteristica: il secondo tema è una anticipazione del Concerto per pianoforte e orchestra op. 54 di Robert Schumann. Anche l’ultimo movimento è da citare, perché chiarisce cosa s’intenda per scrittura da ouverture: blocchi accordali ribattuti di violino secondo, viola e violoncello danno modo al violino primo di cantare una melodia che sembra quasi una nuova intonazione del celeberrimo tema della Sinfonia della Gazza Ladra rossiniana.

L’esecuzione sarà affidata al Quartetto Donizetti (Filippo Lama e Anna Cima, violini; Christian Serazzi, viola; Massimo Tannoia, violoncello). Questa formazione si è costituita nel 2003 riunendo le prime parti dell’Orchestra Stabile G. Donizetti di Bergamo, strumentisti già vincitori di concorsi nazionali e internazionali e docenti presso Conservatori di musica e Istituti pareggiati. La consuetudine per i quattro strumentisti di suonare frequentemente insieme in orchestra e in diverse formazioni cameristiche ha favorito un’unione di intenti tecnico-strumentali e interpretativi, ottenendo esecuzioni accolte con grande calore e consensi dal pubblico e dalla critica. L’impegno principale del Quartetto è quello di affrontare l’intera opera quartettistica del compositore bergamasco, senza tuttavia rinunciare allo studio e all’approfondimento di importanti partiture dei maggiori autori del periodo classico, romantico e moderno.

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Quartetto Donizetti