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Bergamo, novembre 2000

Secondo una consolidata tradizione riprende COMPORRE, OGGI, proposte di ascolto per la musica contemporanea, realizzato dall’Associazione Musica Aperta in collaborazione e col patrocinio di Comune, Provincia e Regione, della Società Italiana Musica Contemporanea e dell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti di Bergamo. L’edizione 2000 consta di 2 appuntamenti, che vedranno protagonisti un trio bergamasco e un gruppo strumentale proveniente dalla Romania, Paese che, pur nelle difficoltà contingenti, conserva una vivace attività musicale.

Il primo di essi, sabato 11 novembre alle 19 presso l’ex Sala consiliare di via Torquato Tasso, concluderà la giornata di studi, organizzata dall'Ateneo, dedicata alla musica e al teatro del ciclo "Bergamo e il Novecento": il trio Giuseppina Colombi (voce), Giambattista Grasselli (flauto), Andrea Nosari (chitarra) offrirà una panoramica sul Novecento musicale, dai "classici" Ravel, Ibert e Britten ai contemporanei Fellegara, Donella (in 1.a esecuzione assoluta), Cattaneo e Arnoldi.

Riassumere in tre quarti d’ora il Novecento musicale è scommessa impossibile, e questo anche se si volesse restringere al massimo la visuale per abbracciare soltanto l’ambito bergamasco. Sia benvenuta perciò anche la possibile tendenziosità di una scelta che, escludendo lo sperimentalismo estremo, rischia di mostrare come logica consequenzialità fra l’altrieri e l’oggi ciò che è invece frutto di percorsi assai più tormentati e non rettilinei, di approdi sofferti e non di epigonici compromessi.

Già tra la Grecia e la Spagna di Ravel e il Dorset di Britten si può misurare la distanza fra l’esotismo fin de siècle e un certo ottimistico e utopistico populismo da fronte nazionale (Britten non è solo questo, intendiamoci, ma la semplificazione può servire); quando poi un autore vivente evoca pure una "chitarra ellenica", reagendo alla suggestione di un titolo che unisce nella simultaneità percettiva della metafora l'antichità classica con gli orrori di una guerra recente, non si può negare una certa sensazione di vertigine.

Perciò, se la Pavane è già, di fatto "eco d’antica danza", gli echi di Arnoldi (ma lo stesso discorso vale anche per il Canto notturno di Fellegara e … settenote … di Cattaneo) sono, non platonicamente, risonanze di echi in un gioco acustico e allusivo di "specchi": a fine secolo, tra le varie possibilità, risuonano ancora accordi che si credevano irrimediabilmente usurati, in un contesto diverso, però, come talismani recuperati da un naufragio. La sfida, per il Robinson del 2000, è ora quella di piegarli nuovamente alla pienezza di un discorso articolato e complesso.

Giuseppina Colombi si è diplomata in canto artistico col massimo dei voti presso l’Istituto musicale "G. Donizetti" conseguendo il premio Mayr per il miglior diploma. Si è perfezionata, tra gli altri, con Shirley Verrett e Bianca Maria Casoni, affermandosi in vari concorsi, anche internazionali ("Città di Ancona", Varenna, Biella, "Riviera del Conero"). Collabora stabilmente come solista con la Cappella di S. Maria Maggiore e l’orchestra di chitarre "B. Terzi"; il suo repertorio spazia dalla cameristica, al melodramma, alla musica sacra.

Gian Battista Grasselli, diplomato col massimo dei voti presso l’Istituto musicale "G. Donizetti" e premio Mayr per il miglior diploma 1996, ha ottenuto importanti affermazioni in concorsi nazionali ("Villa medicea", "Città di Pietra ligure", "Acqui musica", "Città di Moncalieri", "Città di Manerbio" …) in duo con pianoforte o col quartetto di fiati "E. Bozza", formazioni con cui svolge intensa attività concertistica. Ha conseguito inoltre la maturità classica e la laurea in Ingegneria chimica al Politecnico di Milano.

Andrea Nosari, nato a Città di Castello, si è diplomato in chitarra col massimo dei voti presso l’Istituto musicale "G. Donizetti" sotto la guida di G. Oltremari, perfezionandosi poi con G. Hoppstock, D. Russel, L. Biscaldi e A. Giraldino. Finalista ai concorsi internazionali di Clusone e Viareggio, vanta numerosi concerti da solista in qualificate rassegne lombarde. Svolge intensa attività didattica presso le scuole bergamasche e sta compiendo gli studi in composizione presso l’Istituto "Donizetti" sotto la guida di V. Fellegara e A. Colla.

Domenica 19 novembre alle ore 21 presso la Sala conferenze del Teatro Donizetti, si potrà ascoltare l’Ensemble Archæus di Bucarest, in tournée europea: si tratta di un ensemble con strumenti a fiato, archi, pianoforte e percussioni, attivo da un quindicennio nella diffusione della musica contemporanea delle più svariate tendenze e ospite delle sedi più prestigiose. A Bergamo propone elaborazioni di musiche rinascimentali e barocche (Vlahul, Monahul, Bach) e brani contemporanei del rumeno Danceanu, dello spagnolo Darias, del tedesco Acker e degli italiani Fellegara, Gentile, Cattaneo e Pusceddu.

Dieter Acker, nato a Hermannstadt/Siebenbürgen, ha composto 6 Sinfonie, Concerti per violino, pianoforte, fagotto, oboe, corno, viola e arpa, numerosa musica da camera, vocale e corale. È stato premiato in vari concorsi internazionali ed è stato invitato, primo compositore tedesco, a insegnare al conservatorio di Pechino. Il Settimino n° 2 è stato scritto nella primavera di quest’anno su commissione dell’Ensemble Archæus; dura circa 12 minuti ed è costituito da 3 movimenti: Lento assaiAndante cantabileAllegro ballabile.

Di Dometian Vlahul, compositore rumeno della scuola bizantina di Putna, sono note solo musiche religiose ortodosse: Chinonic è un breve pezzo vocale elaborato da Liviu Danceanu.

In nominæ (dominæ): si tratta di tre "studi" di estremo virtuosismo, scritti da Pieralberto Cattaneo nel 1978-79, in un’epoca, cioè, in cui la ricerca compositiva mirava quasi a trascendere i limiti fisici degli strumenti nella spasmodica intenzione di attingere a climi espressivi inauditi. Nel primo brano sono gli armonici oggetto dell’indagine sonora, i pizzicati nel secondo, arpeggi e trilli nel terzo.

Wiegenlied, scritto nel 1981 per clarinetto e pianoforte, rielaborato per clarinetto e 8 fiati, e – recentemente – per clarinetto e 5 strumenti, è un tipico esempio dell’espressione raccolta e intimamente lirica verso cui il compositore milanese Vittorio Fellegara sta orientando la sua attuale produzione. Le radici del brano affondano nel ricchissimo patrimonio del canto popolare tedesco: si tratta in questo caso di una ninnananna, esposta inizialmente dal solista, che diviene spettro di ricordi ed emozioni che si materializzano nelle varianti (non si tratta di vere e proprie forme variative, ma di una sorta di diversa illuminazione del materiale di partenza), in cui prende forma la reminiscenza di un mondo infantile arcaico, non vissuto direttamente, ma solo ricreato con la fantasia.

Javier Darias ha studiato con Joan Hidalgo al conservatorio di Madrid, conseguendo parallelamente la laurea in Chimica; direttore del conservatorio e del premio di composizione della città di Alcoi, docente di composizione a Siviglia, ha al suo attivo un gran numero di esecuzioni in Europa e America e di incisioni discografiche. La sua produzione ricerca un equilibrio fra rigore costruttivo e inventiva, fra tradizione e modernità, fra severità e spirito ludico. El Juego de la Fuga (brano che prevede anche la preparazione del pianoforte) è stato inizialmente concepito per una mostra dedicata a Marcel Duchamp ed è stato eseguito più volte sia in concerto che come musica ambientale.

Come ha scritto Pietro Dallamano, in Together di Ada Gentile viene a stabilirsi tutta una trama di rapporti basati tanto sul materiale quanto sul modo di sviluppo, passando impercettibilmente dall’opposizione caratterizzata all'identificazione assoluta. È una continua ricerca del suono, un po’ estatico, isolato, quale può nascere da due linee affini, la voce del violoncello e del clarinetto, che giocano tra di loro sullo scarto di intervalli minimi e raggruppamenti brevi, variegati. Nasce una sorta di partita a due, una coppia un po’ buffa che è sempre lì lì per cominciare e sempre diverge in un’impercettibile incomprensione e solitudine.

Nil Monahul è un compositore rumeno della più famosa scuola di musica bizantina del XVI secolo, quella del monastero di Neamt. Axion è un frammento della processione ortodossa elaborato da Liviu Danceanu.

Liviu Danceanu si è diplomato in composizione con Stefan Niculescu all’Accademia di Bucarest, dove è ora docente; si è perfezionato con Xenakis, Krauze e Patterson in stages a Parigi, Londra, Praga, Varsavia … . Aliquote op.63, commissionato dal Festival Antidogma di Torino, si ispira al concetto matematico della divisibilità dei numeri: l’idea è trasferita nella sintassi musicale e determina il materiale compositivo.

Marcello Pusceddu, cagliaritano, ha studiato con Franco Oppo e a Darmstadt; vincitore del Concorso "Porrino" 1992 e docente al conservatorio di Sassari, è presidente del festival Spaziomusica. Tokau, commissionato dall’Ensemble Archæus per il festival di Bucarest dello scorso maggio e dedicato allo stesso ensemble e al suo direttore, è ispirato alla musica ortodossa rumena, concentrandosi su formule melodiche ripetute con ostinazione incantatoria; il compositore ringrazia il m° Paolo Carboni per la realizzazione del nastro magnetico.

L’Ensemble Archæus, laboratorio di musica contemporanea, è stato fondato nel 1985 con l’intento di promuovere le tendenze, gli orientamenti e le tecniche della musica contemporanea. L’ensemble, dall’inizio a oggi, ha operato sotto il segno della stabilità, tenendo un gran numero di concerti in Patria, in Europa, in Russia e in America, partecipando a festival, ricevendo numerosi premi e registrando per emittenti radiotelevisive e case discografiche sia rumene che estere. Ha realizzato inoltre colonne sonore di film di animazione e documentari. Il suo repertorio comprende sia musica contemporanea che rielaborazioni di musica antica. I componenti sono Dorin Gliga, oboe Vasile Mocioc, clarinetto – Serban Novac, fagotto – Rodica Danceanu, pianoforte – Alexandru Matei, percussioni – Marius Lacraru, violino – Anca Vartolomei, violoncello; direttore: Liviu Danceanu.