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Bergamo, ottobre 2000

Come è ormai tradizione dell’autunno bergamasco, un’elevazione musicale dedicata alla produzione sacra inedita di Giovanni Simone Mayr e Gaetano Donizetti sarà ospitata dalla Basilica di Santa Maria Maggiore. L'avvenimento, promosso dall'Opera Pia Misericordia Maggiore e organizzato dall'Associazione Musica Aperta con la fattiva collaborazione dell'UNITALSI (che consentirà a un gruppo di anziani soli e infermi di tutta la Provincia di assistere a un evento che ambienta la musica nella propria originale cornice d’arte), avrà luogo domenica 8 ottobre alle ore 15.30 e vedrà protagonisti, sotto la direzione di Pieralberto Cattaneo, i solisti Elena Bertocchi, Sergio Rocchi e Giovanni Guerini (soprano, tenore e baritono), l’organista Massimiliano Di Fino e il Gruppo Strumentale Musica Aperta.

Il programma, come accennato, accosta brani sacri di Mayr e di Donizetti, in una sorta di dialogo ideale fra maestro e allievo, tanto più evidente poiché i brani di quest’ultimo, scritti tra i sedici e di diciannove anni, appartengono al primissimo periodo creativo. Proprio su tali opere converrà concentrare l’interesse: preceduta dalla ben nota Sinfonia in sol minore si potrà ascoltare, in prima ripresa moderna, una Missa brevis per 3 voci, strumenti a fiato e organo datata 1814, che si può considerare a tutti gli effetti come l’esordio in assoluto del compositore. Questo titolo risultava finora ignoto ai cataloghi della musica sacra donizettiana: ad acquisirlo non è stata una scoperta materiale di fonti inedite, quanto l’intuizione che musiche considerate separatamente potessero invece far parte di un unico disegno compositivo, del quale sfuggivano i contorni.

Questo perché sia Donizetti che Mayr, così come la maggior parte dei loro contemporanei, avevano l’abitudine di articolare le opere sacre più ampie a numeri chiusi, cosa che consentiva loro anche una serie di variabili nelle eventuali esecuzioni successive; nella loro mente era ben chiaro il ventaglio delle opzioni e ciò consentiva loro di archiviare la propria produzione non come cicli completi (Messe, Vespri, etc.) ma esattamente come in un magazzino: tanti Kyrie, tanti Gloria, Laudamus te, Domine Deus … . Come scriveva lo stesso Mayr, «nella Lombardia le messe solenni non sono altro che una specie di accademie; poiché in fuori di due ripieni nel Kyrie e di due nel Gloria tutto il rimanente non è costituito che dai così detti versetti, vale a dire delle lunghe arie» che naturalmente, come nell’opera, potevano essere sostituite cambiando i solisti.

Questa è la struttura della composizione donizettiana: un Kyrie tripartito e un Gloria costituito proprio delle sezioni iniziale e finale (sono questi i brani in prima esecuzione), con una lacuna al centro solo parzialmente colmabile con un Qui tollis scritto nel medesimo 1814. Si ignora se Donizetti si fosse fermato a questo punto, o se l’opera fosse completa e le sezioni mancanti siano andate perdute, se si trattasse di un esercizio scolastico o di una "commissione" passata al giovane allievo e giunta effettivamente al pubblico. In ogni caso, con tutta l’inevitabile ingenuità e rozzezza di scrittura, colpisce come la funzionalità e l’efficacia del gusto sonoro siano già pienamente coerenti allo scopo, per quanto limitato possa essere: doti sicuramente intuite da Mayr, preoccupato che non si isterilissero in un ambiente ristretto.

Mayr avrà anche apprezzato, forse, che il giovane allievo non tentasse in alcun modo di competere con le compiute eleganze, i raffinati colori strumentali della propria scrittura, "tardo stile" di un nostalgico del Classicismo troppo poco limpido e solare per non avvertire e registrare il lato oscuro della stagione romantica. Ciò si avverte, ad esempio, nelle lunghe frasi melodiche di corno e clarinetto dei Notturni, in tutto il Miserere in re minore che, al di là dell’insolita veste sonora (3 voci e 7 strumenti), persegue un ideale di intimo raccoglimento spoglio da esibizionismi vocali, riscontrabile anche nei due brani della Messa di Requiem, preceduti nell’occasione dalla Sinfonia in re maggiore, adattamento per organo della pagina d’apertura dei Misteri Eleusini.