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Bergamo, ottobre 1999

Domenica 17 ottobre alle ore 15 nella Basilica di Santa Maria Maggiore pagine sacre inedite di Giovanni Simone Mayr e Gaetano Donizetti costituiranno il programma di un'elevazione musicale che si preannuncia di grande interesse. L'avvenimento, promosso dall'Opera Pia Misericordia Maggiore e organizzato dall'Associazione Musica Aperta con la fattiva collaborazione dell'UNITALSI (che consentirà a un nutrito gruppo di anziani soli e infermi di tutta la Provincia di assistere al concerto), vedrà protagonisti, sotto la direzione del maestro bavarese Franz Hauk, la Cappella Musicale di S.Maria Maggiore, il Gruppo Fiati Musica Aperta e gli archi dell'Orchestra Enea Salmeggia riuniti in formazione orchestrale, i quattro solisti di canto Elena Bertocchi (soprano), Fernanda Colombi (mezzosoprano), Giovanni Maini (tenore) e Giovanni Guerini (baritono) e i tre solisti strumentali Ombretta Maffeis (flauto), Savino Acquaviva (clarinetto) e Paolo Artina (violino). In programma, parti della Messa grande in do minore di Mayr (in prima esecuzione italiana) e il Gratias Agimus in sol maggiore di Donizetti in prima esecuzione moderna.

Nel 1825 don Giuseppe Morel commissionò a Simone Mayr la musica per la prima messa del fratello Gallus Morel: tale celebrazione ebbe luogo il 28 maggio 1826 nella grande chiesa barocca del monastero benedettino di Einsiedeln, in Svizzera; la Messa fu poi eseguita ancora il 14 settembre per il Pontificale celebrato dall'Arcivescovo di Parigi. L'autografo di Mayr è attualmente conservato nella biblioteca monastica. Si tratta di un'imponente partitura, paragonabile per dimensioni e durata agli esempi sommi di Bach e Beethoven, che mette in musica tutte e cinque le sezioni dell'Ordinarium (in Italia ci si limitava più spesso alle prime due o tre) in uno stile, secondo le parole stesse del compositore, "un po' fiorito" ma non privo di "severità", in un ideale equilibrio tra Germania e Italia.

Nella Messa sono rifusi e rielaborati molti brani preesistenti: il Kyrie, ad esempio, appartiene alla cosiddetta "Messa di Novara" del 1815, il Gloria (almeno la sezione iniziale) a una "Missa brevis" in fa minore. La salute di Mayr, in quel periodo, non era delle migliori e ciò forse contribuì alla decisione di non comporre una partitura integralmente nuova, ma, in un certo senso, una selezione della propria migliore produzione sacra. La Messa, oltretutto, non dovrebbe a rigore essere definita in do minore, poiché ciascun brano è in tonalità diversa e l'ultimo chiude in fa maggiore: tale struttura ‘aperta’ rende perciò meno arbitraria un'esecuzione parziale, come poteva avvenire anche allora, venute meno le circostanze di particolare solennità a cui l'opera era stata in origine destinata.

Non si tratta però di semplici autoimprestiti, ma di vere e proprie rielaborazioni, come avviene in misura più evidente nel Credo: solo che qui l'autore del brano originario era Donizetti, e non lo stesso Mayr! Quest'ultimo aveva commissionato all'ex allievo, ormai stabilmente domiciliato a Napoli, un Credo per la festa di S.Cecilia del 1824: ricevendolo Mayr avrà notato con compiacimento come l'incipit del brano citasse quasi letteralmente il suo "Credo di Novara" (Donizetti aveva in quell'occasione cantato nel coro).

Non è stato tuttavia né per riappropriarsi in un certo senso di una propria idea musicale, né per momentanea impotenza creativa che Mayr si sentì autorizzato a servirsi del lavoro donizettiano: è anzi plausibile che volesse approfittare dell'importante occasione per giovare ancora all'involontario collaboratore, rivelandone in un secondo tempo il nome. In ogni caso, la scelta non fu dettata da alcun inaridirsi delle facoltà compositive: lo dimostrano ad abundantiam le sezioni inserite da Mayr (Et incarnatus e Crucifixus) e la conclusione, che sostituiscono episodi donizettiani di assai più modeste dimensioni e ambizioni. In particolare proprio il momento centrale, con gli arabeschi del violino solo che si stagliano sopra il dialogo dei solisti e del coro in un'atmosfera di idealizzata pastorale, che poi si tramuta nella scena drammatica della Passione, mostra l'arte mayriana ai suoi massimi livelli.

Un altro inedito donizettiano è stato scelto in quest'occasione per completare idealmente la scelta dei brani della Messa con stromenti parte concertanti (questo il titolo autografo): un Gratias agimus in cui l'abbinamento del soprano col flauto ci offre un ulteriore esempio di quel concertare dialogato tra voce e strumento di cui è ricca la musica sacra di entrambi i compositori.

La Cappella Musicale di S. Maria Maggiore in Bergamo è una di quelle antiche e gloriose istituzioni che formarono l'orgoglio dell'Italia musicale del passato. La sua storia inizia nella seconda metà del secolo XV e si protrae ininterrottamente attraverso l'attività di illustri musicisti fino ai nostri giorni. Fra i molti ricordiamo solo Franchino Gaffurio (sec. XV), Giovanni Cavaccio, Alessandro Grandi e Tarquinio Merula (sec. XVII), Giovanni Simone Mayr e Amilcare Ponchielli (sec. XIX). Nel nostro secolo, dopo una pausa quasi trentennale, Giuseppe Pedemonti ha tenuto la direzione del 1950 al 1994; attualmente il titolare è Valentino Donella che, come i predecessori, è attivo e apprezzato nella duplice veste di direttore e compositore.

il Gruppo Fiati Musica Aperta, fondato nel 1976 da Pieralberto Cattaneo, suo direttore stabile, si è affermato nel Concorso internazionale di Stresa 1981. Ha preso parte a importanti stagioni concertistiche facendosi apprezzare in numerose tournées in tutto il mondo e ha registrato un LP di musiche inedite sacre e da camera di G. Donizetti e G.S. Mayr. Opera anche nel campo della musica contemporanea, con prime esecuzioni assolute di compositori italiani in concerti più volte trasmessi da Radio Tre e dalle radio tedesche e in due CD incisi per Tirreno Gruppo Editoriale. La scorsa estate ha suonato al Festival internazionale di Lubiana.

L'Orchestra d'archi Enea Salmeggia di Nembro si è affacciata recentemente sul palcoscenico nazionale e internazionale riscuotendo significativi successi grazie al prestigio dei musicisti che la compongono. Con il CD Around small fairy tales (pubblicato da Soul Note) ha ricevuto notevoli apprezzamenti anche in America. L’Orchestra è stata invitata dalla città di Chambery nel gennaio 2000 per presentare in anteprima il Progetto Giubileo. Ha già collaborato col Gruppo Fiati Musica Aperta per la prima esecuzione moderna del Miserere in re minore di G.S. Mayr.

Franz Hauk ha studiato musica sacra, pianoforte e organo alle Musikhochschulen di Monaco di Baviera e Salisburgo, conseguendo il diploma di perfezionamento nel 1981. Laureato in musicologia con una tesi sulla musica sacra a Monaco all'inizio dell'Ottocento, dal 1982 è organista titolare della Cattedrale di Ingolstadt, della quale è attualmente anche direttore del coro. Ha tenuto concerti come organista e cembalista in Europa e negli USA, realizzando vari CD. La sua attività direttoriale si è esplicata in particolare nel campo della musica sacra e dell'Oratorio; recentemente per la Guild ha diretto la prima registrazione assoluta di Che originali di Mayr. Come collaboratore dell'ufficio culturale della città di Ingolstadt ha dato vita a numerose iniziative musicali.