Andrea Basevi Gambarana, Canzoniere [1998]
testi di Roberto Piumini, L'Amore in forma chiusa

Gli occhi, metaforici creativi

Gli occhi, metaforici creativi,
crearono un'immagine quel giorno:
sdraiata lì vicino tu dormivi,
mentre finiva il pomeriggio intorno.

Rispetto a te, io ero ad Oriente,
così, poiché a te stavo rivolto,
tu eri l'orizzonte d'Occidente:
un orizzonte che io amo molto.

Il sole tramontava quella sera
dietro di te, e dunque io potevo,
spostandomi in un gioco sereno,

avere più tramonti: uno era
sul naso, o sulla fronte, se volevo,
e un altro, lentamente, dietro il seno.


Ora ti apri in splendido umore

Ora ti apri in splendido umore
e a me tocca, perso di fortuna,
entrare nella gioia del favore,
capacitarmi in una carne bruna,

capire l'acre culmine di fuoco,
passare la rovente dolce cruna,
di colpo maturare l'alto gioco,
Tuareg che s'immacola di luna.

Ora ti apri ed io lieto discendo
come il fiume a necessaria foce
o fiato che diventa fresca voce:

entro cantando sussurrati gridi
e tu sorridi quello che intendo
e io intendo quello che sorridi.


Questo stato di cose, e lo stupore

Questo stato di cose, e lo stupore:
tu che ogni giorno dai appuntamento
al mio corpo e al volto e alle mani
e parte a parte poi gli corrispondi:

sempre apri le braccia in mio favore
guardando amicamente il mio sgomento
e molto seriamente ascolti i piani
della mia voglia, e non ti confondi,

e poi rovesci la tua fresca fronte
al passo sincopato dei miei baci
porgendo i seni mossi dal respiro

le loro dense brune punte pronte:
tu che scorrendo con le dita taci
l'arco della mia schiena in caldo giro.
Ti prendo tra le mani il chiaro volto

Ti prendo tra le mani il chiaro volto
perché è il momento di baciarsi molto
e come un caldo calice lo innalzo
con la sua rossa aperta gemma a sbalzo,

e fino a un punto resisto allo sguardo,
immensa sfida di dolcezza, e guardo
il punto luminoso che si appresta,
lenta cometa che ti vola in testa,

poi chiudo gli occhi e continuo in ombra
il viaggio glorioso e destinato,
e si assottiglia l'aria che c'ingombra

e finalmente arrivo alla tua bocca:
per questo mi valeva essere nato
e sarebbe, morire, cosa sciocca.